La tematica della ludopatia è socialmente esplosa: dal DL
Balduzzi in poi è normale integrare il concetto ludopatico nella famiglia delle
dipendenze. Finalmente, aggiungo. La ricerca spasmodica del risultato economico
condiziona la nostra vita, usualmente con condotte lecite (lavoro, secondo
lavoro, risparmio), in alcuni casi il mito irrazionale del gioco e della vincita
correlata accelera i processi della smania, del desiderio e dell’arricchimento.
I fattori che accendono la miccia sono proprio le vincite stesse: chi si
avvicina al gioco in misura massiccia e annovera tra i risultati una forte
vincita, avrà la sicurezza (inconsapevole) che questo riaccadrà. Ancora e
ancora.
Bisogna partire da qui: congelare l’effetto vincita,
ammorbidire l’approccio nervoso, destinare il giusto tempo. Facciamo alcuni
parallelismi scomodi: bere a pasto del buon vino è usanza diffusa, diventare
dipendenti dal vino o dall’alcol è un passaggio non scontato, ovviamente. Chi
ama un buon tabacco non è detto che consumi un pacchetto o due di sigarette al
giorno. Il gusto, il senso del ludico e del relax sono tali se inseriti in modo
intelligente nella nostra vita.
Pertanto, collegandomi alla ludopatia, esprimo un pensiero
iniziale: vista la delicatezza con cui ci si deve avvicinare al mondo dei
giochi con denaro, è evidente che il contesto può aiutare. Quantomeno diventa
un limite o un contenitore piu o meno adatto. Tradotto: il mondo online seppur
sia veloce, innovativo, user friendly e incredibilmente realistico ci isola, ci
protegge dalle sensazioni piú forti, perche il denaro sembra virtuale, in casa
siamo soli e il computer non parla. Isolati in un mondo isolato. Un potenziale
disastro, un devastante mix per cuori deboli.
Diversamente, se mi reco in un casinò, avrò in ogni caso un’esperienza
diversa. Tra persone, rumori, telecamere e personale il mio “io” è tangibile e
vivo. Uno sguardo e due parole caleranno l’esperienza in un contenitore sociale
interattivo, sottoposto agli occhi umani ed elettronici di chi è pagato per far
funzionare la Casa da Gioco. Non che il tutto migliori o peggiori le chance al
tavolo… No, decisamente. Ma la proiezione psicologica cambia, in modo
sofisticato. La socialità, in qualsiasi ambito è un fattore positivo. E lo è
anche per un potenziale ludopatico.
Ho incontrato croupier dotati di una psicologia
perfettamente in linea con le aspettative di chi sa che a volte diventa
decisivo: la battuta, due parole, uno sguardo dubbioso al momento giusto,
spiegare tecnicamente al giocatore alcuni dettagli… Frazioni di umanità utili
ad aumentare la consapevolezza.
(continua)
Immo
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