mercoledì 29 gennaio 2014

Dieci punti per partire!



Prima di partire, per cominciare

Se non siete mai entrati in una Casa da Gioco o non avete mai giocato ad una piattaforma di giochi online, siete nel posto giusto per sapere cosa fare quando incontrerete la Regina dei casinò... la roulette. 

Andiamo per punti, per cominciare, per i novizi dei tavoli:
 
1)      Non dovete sfidare nessuno, qui non dovete mietere vittime. Non siamo ad un tavolo da poker, non renderete povero nessuno. E’ enormemente più semplice e banale: dovete fare una previsione. Ci sono 37 numeri sul cilindro disposti in ordine –diciamo- casuale e ad ogni lancio (detto spin) finisce in uno di questi. Stop. Nessun calcolo (come al Blackjack) e la vostra sorte non è in mano vostra (come a Craps, ai dadi) ma ai nostri amici Croupier.
 
2)      Le possibilità di vincita teoriche, il c.d. payoff è altissimo: 97,30%. Mi spiego: se per assurdo giocate un euro su ogni numero, otterrete una vincita “en plein” (in pieno) di 35 euro, a cui si somma la “miss” (la pedina vincente che non viene rimossa dal tavolo), per un totale di 36 euro. Ho speso 37 euro, ne ho incassati 36: ho perso un euro ovvero 1/37=2,7%. Facile no?
 
3)      In Italia ed in Europa abbiamo principalmente due modalità di gioco: la francese e la fair roulette, detta anche all’inglese o europea. Differenze: la francese è l’originale roulette delle case ottocentesche sparse per il Vecchio Continente, ove tutti i giocatori hanno tra le mani le stesse identiche fiches raffiguranti i vari valori (5 euro, 10 euro, 20 euro ad esempio), il gioco è gestito da tre croupier e un capo ed in caso di vincita si alza la mano per chiederne il pagamento; la fair roulette ha semplificato il rapporto introducendo gettoni di colore diverso per ogni giocatore che siede al tavolo, quindi esauriti i posti disponibili non si può accedere ed è per questo che basta e avanza un solo “impiegato” a gestire la bottega.
 
4)      Come detto la vera roulette è quella francese ma nei casinò trova sempre meno spazio per la difficoltà intrinseca di gestire le proprie giocate: spesso si incappa in contestazioni di più giocatori che recriminano una giocata vincente e così i funzionari procedono all’analisi delle telecamere che svelano chi è il vero vincitore. Personalmente non ho mai subito un torto, da questo punto di vista. Peccato comunque che la francese sembra sia sempre più ridimensionata... Ai nostalgici piace perché, ad esempio, è l’unica modalità che accetta gli annunci, ovvero mentre la pallina gira e sta per cadere potrete urlare nelle orecchie del croupier la vostra giocata dell’ultimo secondo lanciando i gettoni della vostra puntata. Certo potrete chiamare uno o più numeri, ma la vera tradizione sta nel chiamare combinazioni complesse come serie, nassa, orfanelli, vicini, numeri e laterali, finali...
 
5)      La fair roulette al contrario impazza sempre più e proporzionalmente occupa molto più spazio della sorella più antica. Attenzione: parliamo sempre e comunque della ruota a 37 numeri e non dell’americana a 38 (con zero e doppio zero e una diversa disposizione sul cilindro). Il gioco è tendenzialmente più veloce e di facile interpretazione: ogni giocatore ha il proprio colore e gli annunci non sono ammessi: al “rien ne va plus” si tolgono le mani dal tappeto (che potrebbe essere blu, azzurro, rosso scuro o di altri colori ma non verde tradizionale come per la francese).
 
6)      Giocare alla roulette significa inseguire e centrare una previsione, come detto. Potrebbe essere numerica, quindi si gioca al tavolo piazzando le giocate sui numeri disposti in ordine crescente sul tappeto, oppure scegliere un elemento intrinseco della numerazione: pari, dispari, alto, basso, rosso, nero.. queste sono chiamate chance, pagate 2:1. Se gioco un euro sul rosso, ed esce un numero del mio colore, prendo 1 euro di vincita che si somma all’euro giocato non rimosso dal tavolo. Io personalmente non amo le chance, non sono materia per me. Io mi concentro sui numeri: li giochi in pieno, a cavallo, a terzine, carrè, sestine.. Ad ogni tipologia di giocata corrisponde una vincita: in pieno x35, a cavallo x17, la terzina x11, il carrè x8 e la sestina x5. Vi sono poi le colonne e le dozzine che pagano 3:1: gioco un euro sulla prima dozzina, vinco 2 euro a cui sommo la giocata vincente.
 
7)      Differenze sostanziali fra il gioco reale, al casinò, e il virtuale online: premesso che per online intendo comunque con dealer live, solo ed esclusivamente con la ruota vera che gira e una persona che tira la pallina. Io diffido assolutamente dai randomizzatori che gestiscono le ruote virtuali, non mi interessano. Non posso affidarmi alla casualità informatica: devo vedere come gira la pallina, la ruota che viene invertita, la tipologia di cilindro. Quindi spinno online SOLO con croupier live. Mi raccomando. Ad ogni modo, anche se collegati con un casinò reale, pur sempre di gioco virtuale si tratta perché non ho tra le mani le fiches da giocare, mi basta qualche tocco di mouse. Qui sta la prima differenza: facciamo un parallelo con il tennis, se giocate all’aperto un match di 4 ore credo che fisicamente sia diverso che fare 30 mini-match alla Wii. Ecco, l’impegno fisico e mentale è completamente diverso: al casinò se fai giocate complesse con 40-50 gettoni sul tavolo ogni mano vanno riposizionati con cura, senza commettere errori. Al pc basta premere “ripeti”, ed il gioco è fatto. Quindi sembra più comodo… ma in realtà online hai pochi secondi per giocare e non puoi parlare con nessuno quindi se non fai in tempo ti arrangi, il tempo va e il croupier tira. Al casinò al contrario se stabilite una comunicazione minima con l’impiegato vi aspetta e vi chiede se può tirare, non male. Un altro aspetto, abbastanza rilevante, è rappresentato dal pagamento: online non restano le miss sul tavolo quindi percepite sempre di incassare qualcosa in più rispetto al gioco tradizionale… se gioco un pieno da 100 euro e lo centro online vedo accreditati 3.600 euro contro le fiches di 3.500 che mi verrebbero consegnate dal croupier. Non solo. Al casinò è tradizione riconoscere agli impiegati il valore aggiunto del loro servizio, offrendo come mancia il valore della scommessa in pieno che si è vinta. Mi spiego: ho giocato 100 euro in pieno e ho centrato il numero? L’impiegato si aspetta una mancia... in tanti casi vedrete consegnare un gettone da 100 euro (!), in altri magari un valore inferiore ma comunque importante (almeno 50, ad esempio). Se stiamo giocando con i gettoni minimi (da 2 euro o da 5 euro), è quasi obbligo lasciare un gettone all’impiegato. Io, sinceramente, l’ho sempre fatto volentieri… vuol dire che si vince.
 
8)      Avvicinarsi alla roulette per la prima volta vuol dire, per curiosità, provare qualche lancio cambiando qualche spicciolo. Ho visto tante volte principianti che acquistano una decina di gettoni e dopo tre lanci a vuoto si rammaricano e lasciano la postazione perché non hanno vinto un fico secco. E’ chiaro, che essendo un gioco ad estrazione, non si può ipotizzare sia un gioco immediato. Spesso è la costanza con cui si crea un sistema stabile e non troppo costoso a dare frutti importanti. Alcuni importanti siti di strategia e calcolo sostengono che non puoi cominciare a giocare se non hai la disponibilità per avere 500 pezzi del taglio minimo… al casinò reale è una bella somma, se consideriamo anche il gettone da 2 euro (non così frequente). Se guardiamo online c’è Winga che permette di giocare a Roulette Show con 0,10 taglio minimo, Sanremo online 0,50 euro. Cifre che permettono di provare senza grossi intoppi qualche strategia di gioco. Io personalmente trovo che 500 pezzi siano sufficienti se si concentra molto la giocata, se invece in modo più variegato e tutelante cerchiamo giocate incrociate (più avanti vi spiego cosa intendo) dico che di pezzi ne servono 1000… Ma ogni cosa a suo tempo.
 
9)      Ritardatari, freddi, caldi ecc non sono panini o piadine del bar ma tipologie di statistiche che le piattaforme mettono a disposizione: per ora vi dico, non lasciamoci troppo influenzare da questi dati, in fin dei conti ad ogni spin tutti hanno la stessa probabilità di vincita… Ma, c’è un però: la statistica sicuramente una manina ce la dà. La “normalizzazione” è un fattore reale e concreto di cui parleremo.
 
10)   Last point of view: Al casinò andiamo per giocare denaro, è vero, ma cercando l’adrenalina che ci fa divertire. Se vi angustiano problemi di qualsiasi genere lasciate perdere, non sarà mai la vostra serata. Provato e testato. Bisogna essere tranquilli e leggeri. Anche se ci mettiamo “la cintura di sicurezza” e usiamo la testa giocare è pur sempre un azzardo. Non si scherza con i danari, anche se coscientemente ne stiamo per mettere in gioco… Un conto è farlo con la sicurezza della serenità interiore, un conto è farlo con altri pensieri negativi che ci affliggono. Andreste a tenere una conferenza davanti a mille persone con la febbre senza aver preparato la materia? Assolutamente no. L’impegno mentale è tale da richiedere forza e coraggio, andando magari un pochino preparati alle evenienze (tra cui il total loss, ahimè). Un’ultimissima considerazione: sistemi vincenti sicuri non esistono! SISTEMI VINCENTI SICURI NON ESISTONO! Mi sono spiegato?

Ci vediamo al tavolo

Immo

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